FONDATORE E DIRETTORE RESPONSABILE

Sergio Fiorenzano

"Lontano quanto più possibile dalla tecnica professorale e dallo spirito universitario", per dirla con J.C. Mariátegui, prima tessera di partito a 15 anni, studia filosofia estetica all'Alma Mater e teologia dogmatica presso il convento di San Domenico a Bologna. Si risolve a passare i successivi 20 anni in marziale compagnia del gramelot di Fo, del tedesco di Kant e del latino di Sant'Agostino. È cooperante, imprenditore, canoista, alpinista, filantropo, in quest'ultima vita morigerato gallerista. Esplora più di 50 nazioni ma non sa usare il computer. Il tutto senza perdere la tenerezza e il senso del ridicolo.

DIRETTORE SCIENTIFICO

Silvia De Laude

Filologa romanza di formazione, ha insegnato all’Università di Milano Bicocca e all’Università di Ginevra. Fa parte della redazione della “Rivista di Engramma”, è membro del Comitato scientifico degli “Annali della Fondazione Gramsci” e della Fondazione Giuliano Scabia di Firenze. Ha curato, fra l'altro, l'edizione del discorso Del romanzo storico e, in genere, de’ componimenti misti di storia e d’invenzione per l'“Edizione Nazionale ed Europea delle Opere di Alessandro Manzoni” (2000) e, con Walter Siti, l'edizione delle opere complete di Pasolini per i “Meridiani” Mondadori (1998-2003). A Pasolini, ha anche dedicato I due Pasolini. “Ragazzi di vita” prima della censura, (Carocci 2018) e La rondine di Pasolini, (Mimesis 2018). Con Marco Delogu e Andrea Cortellessa ha curato la mostra Pasolini. Ipotesi di raffigurazione (Roma,2022), con Andrea Cortellessa, Vedere Pasolini (Ronzani 2022).

COMITATO SCIENTIFICO

Giacomo Agosti

Giacomo Agosti insegna metodologia della critica d'arte e pratica dello spettacolo all'Accademia di Brera, con la quale collabora dal 1987. Nel corso degli anni il suo lavoro con gli artisti è passato dall'esercizio sull'altro da sé a quello sulle sensazioni ed emozioni personali, per ritornare alla fine su alcuni temi portanti: la musica americana, la visione stereoscopica, il colore italiano. Ha presentato installazioni sonore, derivate dall'opera lirica di repertorio e non, al Museo del 900, al Poldi Pezzoli, al Museo Nazionale di Napoli, sull'Isola Comacina e al Teatro di Renzo Piano all'Aquila. Per l'orchestra di Milano Classica ha curato nel 2013 la regia della prima ripresa moderna dei Due Ragazzi Savoiardi di Nicolas Dalayrac. Ha fondato nel 2003 l'Associazione Il Nuovo Mondo che è impegnata nella promozione della musica del Novecento e degli scambi artistici con i cinesi di oltre mare. Collabora al sito artecrit.com. E' in corso di stampa per l'editore Ricordi il suo libro L'Isola delle Sirene. Cultura Omosessuale e Musical Americano da Busby Berkeley a Betty Grable

Andrea Cortellessa

Nato a Roma nel 1968. Insegna Letteratura italiana contemporanea all’Università di Roma Tre. Ha pubblicato saggi e antologie, curato testi di autori italiani del Novecento e contemporanei, realizzato trasmissioni radiofoniche e televisive, spettacoli teatrali e musicali. Fra i suoi ultimi libri, la nuova edizione ampliata di Le notti chiare erano tutte un’alba. Antologia di poeti italiani nella Prima guerra mondiale (Bompiani 2018), Il libro è altrove. 26 piccole monografie su Giorgio Manganelli (Sossella 2020), Andrea Zanzotto. Il canto nella terra (Laterza 2021) e Abitare, Zanzotto (Aragno 2021), Vedere, Pasolini con Silvia De Laude (Ronzani 2022), Filologia fantastica. Ipotizzare, Manganelli (Argolibri 2022). È nella redazione della rivista «il verri» e tra i fondatori di «Antinomie. Scritture e immagini»; collabora ad «Alias» del «manifesto», a «Tuttolibri» della «Stampa» e altre testate.

Stefano Chiodi

Ha pubblicato numerosi saggi sull’arte e la cultura visiva tra primo Novecento ed età contemporanea; tra i suoi libri, Genius loci. Anatomia di un mito italiano (Quodlibet 2021); La bellezza difficile (Le lettere 2008), Una sensibile differenza (Fazi 2006). Ha curato edizioni di testi e cataloghi, tra cui Alexander Nagel e Christopher Wood, Rinascimento anacronico (in corso di pubblicazione); L'espace des images. Art et culture visuelle en Italie, 1960-1975 con Valérie. Da Costa (Manuella Editore 2022); senzamargine, con Bartolomeo Pietromarchi (Marsilio 2021); Marina Ballo Charmet, Con la coda dell’occhio. Scritti sulla fotografia (Quodlibet 2017; ed. inglese2019); Alberto Boatto, Ghenos Eros Thanatos e altri scritti sull’arte 1968-2015 (L'orma 2016); Ai Weiwei, Il Blog (Johan & Levi 2012); Spazio, con Domitilla Dardi (Electa 2010); Marcel Duchamp. Critica, biografia, mito (Electa 2009); Achille Bonito Oliva, Il territorio magico (Le lettere, 2009); Franco Cordelli, Il poeta postumo (Le lettere 2008); annisettanta, con Marco Belpoliti e Gianni Canova (Skira 2007); Odilon Redon, A se stesso (Abscondita 2000). Tra le mostre curate: Alberto Boatto. Lo sguardo dal di fuori, MAXXI, Roma 2020-21; Marina Ballo Charmet. Fuori campo, Istituto italiano di cultura, Madrid, 2019; Marina Ballo CharmetSguardo terrestreFoto di gruppo, Macro, Roma 2013; Luca Maria Patella. Ambienti proiettivi animati, con Benedetta Carpi De Resmini, Macro, Roma 2015; Mircea Cantor, Sic transit gloria Mundi, Castello di Rivoli 2012; Marcello Maloberti, BlitzVettor Pisani, con Bartolomeo Pietromarchi, Macro, Roma 2012; The Veterans Book Project, con Monica Haller, Nomas Foundation, Roma 2011; ZimmerFrei, MAMbo, Bologna 2011; Giulia Piscitelli, Fondazione Giuliani, Roma 2011; Olaf Nicolai, Galleria Comunale, Ferrara 2008; vedovamazzei, Madre, Napoli 2006. Ha organizzato convegni e condotto programmi culturali per Radio3 RAI. Scrive su “il manifesto”, “il verri” e altre testate; ha co-fondato nel 2011 e fino al 2019 co-diretto con Marco Belpoliti “doppiozero” di cui dirige ora l’edizione inglese; è tra gli autori del blog collettivo “Antinomie”, fondato da Andrea Cortellessa, Federico Ferrari e Riccardo Venturi. Ha tradotto, tra gli altri, testi di Jean-Christophe Bailly, Pierre Bourdieu, Jean Clair, Georges Didi-Huberman. Insegna Storia dell’arte contemporanea all’Università Roma Tre.  

Stefano Dal Bianco

Stefano Dal Bianco (Padova 1961) ha scritto quattro libri di poesia: La bella mano (Crocetti 1991), Stanze del gusto cattivo (in Primo quaderno italiano, Guerini e associati 1991), Ritorno a Planaval (Mondadori 2001; LietoColle 2018), Prove di libertà (Mondadori 2012). Con Mario Benedetti e Fernando Marchiori ha diretto la rivista «Scarto minimo». È stato nella redazione di «Poesia». Insegna Poetica e Stilistica all’Università di Siena. Come studioso si è occupato della metrica di Petrarca, Ariosto, Andrea Zanzotto, e di poesia del Novecento. Di Zanzotto ha curato il Meridiano Mondadori nel 1999 (con Gian Mario Villalta) e l’Oscar Tutte le poesie (2011). I suoi saggi di poetica sono raccolti in Distratti dal silenzio. Diario di poesia contemporanea (Quodlibet 2019). 

Marianne Dautrey

Marianne Dautrey è giornalista, redattrice, traduttrice di filosofia e letteratura tedesche e cineasta da qualche anno. Ha lavorato nell'editoria francese (Hachette-Littérature, Robert Laffont, Gallimard, Le Seuil, L'arche éditeur, l'Imec), ha fondato e diretto le Éditions de l'INHA-Institut National d'Histoire de l'Art; attualmente lavora come redattrice freelance per diverse case editrici (Macula, Gallimard, Payot, L'Arachnéen...). E’ stata giornalista-reporter per Charlie-Hebdo per le sezioni: "Cultura", "Internazionale" e "Sociale" (2003-2009), consigliere e redattrice per Causette (2009-2010), segretaria di redazione e redattore per Mouvement (2010-2013). Attualmente collabora con diverse testate, tra cui Le Monde des livres come critica letteraria. Ha inoltre collaborato con diversi artisti, artisti visivi o fotografi, e collettivi artistici (Alain Huck, Robert Ireland, Marc Pataut, Le Pérou, Siwa pleteforme). Da alcuni anni ha orientato il suo lavoro verso la pratica del cinema e ha diretto con Hervé Joubert-Laurencin il film Bazin roman (Parigi, 2019, 70 min., prod. Acqua alta) e sta preparando con lui un altro film.

Paolo Desogus

Paolo Desogus è professore di letteratura italiana contemporanea alla Sorbona di Parigi e collabora attivamente con il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia. La sua ricerca verte principalmente sulla letteratura italiana del secondo dopoguerra, con particolare attenzione all'opera di Pasolini, alla stagione neorealista, al rapporto tra letteratura e antropologia e alla ricezione del pensiero di Antonio Gramsci. Ha pubblicato per Quodlibet Laboratorio Pasolini. Teoria del segno e del cinema e per Mimesis La confusion des langues. Autour du style indirect libre dans l’oeuvre de Pier Paolo Pasolini. Ha inoltre curato diverse opere collettanee tra cui i volumi Il presente di Gramsci. Letteratura e ideologia oggi, (insieme a Mimmo Cangiano, Marco Gatto e Lorenzo Mari) Galaad, 2018; De Martino e la letteratura. Fonti, confronti e prospettive, (insieme a Riccardo Gasperina Geroni e Gian Luca Picconi) Carocci, 2021; Il Gramsci di Pasolini. Lingua, letteratura e ideologia, Marsilio, 2023, Franco Fortini. Les contradictions de la forme, (insieme a Andrea Agliozzo e Laura Maver Borges) Mimesis 2022. Nel 2019 ha ottenuto il premio Pier Paolo Pasolini della Cineteca di Bologna.

Giuseppe Garrera

Docente di Storia dell’Arte, collezionista, curatore. Dal 2011 tiene il Corso di Fondamenti di Storia dell’Arte Contemporanea e di Strategie del collezionismo al Master in Economia e Management dell’Arte e dei Beni Culturali della 24ORE Business School (sede di Milano e di Roma). Dal 2013 è il Coordinatore scientifico del Master di Roma. Pubblicazioni recenti: Amelia Rosselli. I lustrascarpe, con Sebastiano Triulzi, edizioni Ares, Macerata 2022; Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo. Catalogo e cura della Mostra insieme a Cesare Pietroiusti e Clara Tosi Pamphili al Palazzo delle Esposizioni di Roma, 5Continents, Roma 2022; Il profumo della  santità. Piero Manzoni e la merda d’artista, in "CONTAINER”, edizioni Diaforia, Viareggio 2022.

Aimara Garlaschelli

Aimara Garlaschelli è nel comitato fondatore di Al femminile premi cinematografici, premi e azioni per favorire la parità di genere nel cinema, audiovisivo e spettacolo. Dal 2014 al 2017 ha curato, insieme a Gaia Guarducci, Bevo Vivere incontri di poesia e vino per studiare le diverse modalità di esecuzione, interpretazione, messa in scena della poesia come corpo-voce del poeta. Collabora con “Alias” e altri inserti culturali. Ha pubblicato la raccolta Figure di silenzio (Lietocolle 2016); per ETS ha tradotto e curato il volume: T. S. Eliot, La terra desolata (2018) e la drammaturgia in versi Il rito delle ore (2019); per Einaudi il poemetto Nel nome della madre (2022) e per Scalpendi Alfabeto della posterità, o la decostruzione della fine (2022).

Manuele Gragnolati

Manuele Gragnolati è professore ordinario di letteratura italiana del medioevo alla Sorbonne Université di Parigi, vice direttore dell’ Institute for Cultural Inquiry di Berlino e Senior Research Fellow presso il Somerville College di Oxford. Ha studiato filologia classica all’Università di Pavia e ha completato la sua formazione in italianistica e medievistica a Parigi e a New York, conseguendo il dottorato presso la Columbia University nel 1999. Prima di trasferirsi alla Sorbona ha insegnato presso il Dartmouth College e, dal 2003 al 2015, presso l’Università di Oxford. Una parte importante della sua ricerca, compreso la monografia Experiencing the Afterlife Soul and Body in Dante and Medieval Culture (2005), esplora il significato della corporeità in Dante e nell’escatologia del XIII e del XIV secolo. Si è anche occupato del concetto di soggettività linguistica dalla Vita Nova di Dante al presente, delle riappropriazioni moderne di testi antichi e medievali, di autori del Novecento come Pier Paolo Pasolini ed Elsa Morante, e di teorie femministe e queer. La sua monografia Amor che move: Linguaggio del corpo e forma del desiderio in Dante, Pasolini e Morante, pubblicata nel 2013 per il Saggiatore, propone una lettura difratta di corporeità, linguaggio e desiderio in Dante e nei due autori del Novecento. Un altro suo interesse è la poesia lirica e in questo ambito ha collaborato a un’edizione commentata delle rime giovanili di Dante e nel 2020 è apparso il volume, scritto insieme a Francesca Southerden, dal titolo Possibilities of Lyric: Reading Petrarch in Dialogue, che esplora le potenzialità della modalità lirica attraverso una lettura comparata del Canzoniere petrarchesco e si conclude con un epilogo di Antonella Anedda. Ha diretto vari progetti internazionali e curato una ventina di volumi di ambiti diversi, tra cui The Power of Disturbance: Elsa Morante’s «Aracoeli»(2009), Aspects of the Perfomative in Medieval Culture (2010), Dante’s Plurilingualism (2010), Metamorphosing Dante (2011), Desire in Dante and the Middle Ages (2012), The Scandal of Self-Contradiction: Pasolini’s Multistable Subjectivities, Traditions, Geographies (2012), De/Constituting Wholes: Towards Partiality Without Parts (2017), Aimer ou ne pas aimer: une question, deux textes. Boccace, ‘Elegia di madonna Fiammetta’ et ‘Corbaccio’ (2018), «Petrolio» 25 anni dopo. Biopolitica, eros e verità nell’ultimo romanzo di Pier Paolo Pasolini (2020) e Openness in Medieval Europe (2022). Insieme a Elena Lombardi e Francesca Southerden ha curato The Oxford Handbook of Dante, uscito nel 2021 per i tipi di Oxford University Press, che raccoglie 45 saggi di studiosi di tutto il mondo e fornisce una versione aggiornata, internazionale e plurale dell’opera dantesca.

Francesco Giasi 

Nato nel 1971, è direttore della Fondazione Gramsci dal 2016. È autore di saggi di storia del pensiero politico, di storia dei partiti e su figure di intellettuali e dirigenti politici. Membro della Commissione scientifica dell’Edizione nazionale degli scritti di Antonio Gramsci, è responsabile della sezione Documenti ed è stato co-curatore di primi due volumi della corrispondenza: Epistolario 1906-1922 ed Epistolario 1923 (Istituto della Enciclopedia Italiana, 2008 e 2011). Ha curato gli atti dei convegni gramsciani del 2007 e 2017: Gramsci nel suo tempo ed Egemonia e modernità. Gramsci in Italia e nella cultura internazionale (con Fabio Frosini). Per la serie Studi gramsciani nel mondo edita da Il Mulino ha curato Gramsci in Gran Bretagna, con Derek Boothman e Giuseppe Vacca (2015), e Gramsci in Francia, con Romain Descendre e Vacca (2020). Di recente ha curato con Gianni Francioni Un nuovo Gramsci. Biografia, temi, interpretazioni (Viella), con Marcello Mustè, Marx in Italia. Edizioni, interpretazioni e influenze (Treccani), con Marco Delogu, In movimento e in posa. Album dei comunisti italiani (Marsilio) e per la casa editrice Einaudi un’edizione critica delle Lettere dal carcere di Gramsci. 

Hervé Joubert-Laurencin

Hervé Joubert-Laurencin è professore ordinario di Estetica e Storia del cinema a l’università Paris Nanterre ed è stato eletto recentemente membro dell’IUF (Institut Universitaire de France). È direttore di HAR-Histoire des Arts et des représentations, unità di ricerche in storia et filosofia dell’arte, studi sul teatro e sul cinema. Ha insegnato, visto nascere e difeso i dipartimenti di cinema nelle università francesi di Lyon, Rennes, Amiens, Paris 7, dove ha fondato gli Ateliers de cinéma, e Paris 10, oggi Paris Nanterre. Specialista e traduttore dell’opera di Pier Paolo Pasolini, ha curato in particolare, in traduzione francese, di questo autore: la prima edizione mondiale degli Écrits sur le cinéma [Scritti sul cinema], Lyon, 1987, in tascabile Paris, 2000, una raccolta originale di Écrits sur la peinture [Scritti sulla pittura], Paris, 1997, la prima edizione completa di Edipo all’alba [1942] nell’edizione francese del Théâtre 1938-1965 (Besançon, 2005) che ha curata e co-tradotta e la prima traduzione francese di Hobby del sonetto (Besançon, 2005) e di Porno Teo Kolossal (Paris, 2016). Ha diretto i due volumi di Accattone (Paris, 2015) e ha scritto i saggi: Pasolini, portrait du poète en cinéaste (Paris, 1995) e Le Dernier Poète expressionniste. Écrits sur Pasolini (Besançon, 2005). La sua monografia filmica di Salò ou les 120 journées de Sodome (Paris, 2012) e la sua ultima monografia generale, di 864 pp., Le Grand Chant. Pasolini poète et cinéaste (Paris, 2022) sono in corso di traduzione in italiano. Lavora anche sul cinema d’animazione (tra i suoi lavori in questo campo: La Lettre volante, Paris, 1997; Hayao Miyazaki, Paris, 2012) e gli scritti sul cinema (ha curato gli Écrits complets di André Bazin, Paris, Macula, 2018). Colle traduzioni dall’italiano, i libri collettivi, i numerosi libri fuori mercato nel quadro dell’éducation populaire (fino al libro collettivo recentemente curato, De Zéro de conduite à Tomboy. Des films pour l’enfant spectateur, Paris, Crisnée, 2022), e gli articoli in riviste, ha scritto più di tre cento pubblicazioni scientifiche nel’ambito degli studi sul cinema et degli studi pasoliniani, ma di recente ha orientato il suo lavoro verso la ricerca creativa e la regia cinematografica. Ha realizzato con Marianne Dautrey il film Bazin roman (Paris, 2019, 70 min., prod. Acqua alta) e sta preparando con lei un nuovo film. 

Arturo Mazzarella

Arturo Mazzarella insegna Letterature comparate all’Università Roma Tre. I suoi interessi si sono rivolti in prevalenza alla letteratura e all’estetica otto-novecentesca. Più recentemente si è dedicato a una ricognizione di alcuni nodi cruciali dell’immaginario contemporaneo. Tra i suoi libri: La potenza del falso. Illusione, favola e sogno nella modernità letteraria (Donzelli, 2004); Politiche dell’irrealtà. Scritture e visioni tra Gomorra e Abu Ghraib (Bollati Boringhieri, 2011), Il male necessario. Etica ed estetica sulla scena contemporanea (Bollati Boringhieri, 2014), Le relazioni pericolose. Sensazioni e sentimenti del nostro tempo (Bollati Boringhieri, 2017); La Shoah oggi. Nel conflitto delle immagini (Bompiani,2022).

Ilaria Schiaffini

Ilaria Schiaffini è professoressa associata di Storia dell’arte contemporanea alla Sapienza, dove insegna storia dell’arte contemporanea e storia della fotografia. Dopo la laurea in Lettere alla Sapienza si è diplomata alla Scuola di Specializzazione in Archeologia e Storia dell’arte dell’università di Siena e ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia e critica dei beni artistici e musicali all’università di Padova. Nel 2000 ha avuto una borsa di studio del Getty (Los Angeles) per una ricerca sui manoscritti di Boccioni. È stata ricercatrice all’università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti-Pescara (2002-2008) e poi alla Sapienza (2008-2018). Dal 2019 dirige il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea della Sapienza, del quale è stata vicedirettrice dal 2016; dal 2017 è responsabile dell’Archivio Storico Fotografico dell’ex-Dipartimento di Storia dell’Arte. I suoi interessi scientifici si orientano sul Simbolismo e le Avanguardie storiche e sulla storia della fotografia e sugli archivi fotografici. Ha pubblicato le seguenti monografie: Umberto Boccioni, Stati d’animo. Teoria e pittura, Silvana Editoriale 2002; Vittore Grubicy de Dragon, Scritti d’arte, MART, Egon 2009; Arte contemporanea: metafisica, dada, surrealismo, Carocci, 2011. Ha curato inoltre i volumi: Etica e fotografia. Potere, ideologia e violenza dell’immagine fotografica (con R. Perna), DeriveApprodi 2015; Irene Brin, Gaspero del Corso e la Galleria L’Obelisco (con V.C. Caratozzolo and C. Zambianchi), Drago, 2018 e La Fototeca di Adolfo Venturi alla Sapienza, Campisano Editore, 2018. Nel 2021 ha co-curato il numero monografico della rivista “Mélusine” Geographies of Surrealism. The Internationalization of The Movement: United States and Italy con Alessandro Nigro e promosso due convegni sul progetto di Museo della fotografia del Comune di Roma (Per un museo della fotografia a Roma, DeriveApprodi 2012, e La fotografia a Roma: proposte per un museo, Palombi 2016; con R. Perna). Nell’ultimo anno ha curato presso il Museo Civico di Arte Moderna e Contemporanea di Anticoli Corrado la mostra Emanuele Cavalli fotografo. Gli anni di Anticoli Corrado, 1935-1946, De Luca Editori d’arte 2022, e al MLAC le seguenti mostre: “Noi e l’immagine”. Emanuele e Giuseppe Cavalli fotografi, con A. Laurenti e A. Venditti (De Luca Editori d’Arte 2022); 1985-2022. La Sapienza fotografata (con T. Faraoni); Marina Paris, Micro_Zone, 2022, Pablo Echaurren: Neander-Tales e e Apocrypha. Il segreto del sacro nell’arte contemporanea con G. Lettieri (in corso).

Stefano Tomassini

Stefano Tomassini insegna studi di danza e coreografici presso l’Università Iuav di Venezia (I). Nel 2008-2009 è stato Fulbright-Schuman Research Scholar (NYC); nel 2010 Scholar-in-Residence presso l’Archivio del Jacob’s Pillow Dance Festival (Lee, Mass.) e nel 2011, Associate Research Scholar presso l’Italian Academy for Advanced Studies in America, Columbia University (NYC). Dal 2021 è membro onorario dell’Associazione Danzare Cecchetti ANCEC Italia. Nel 2018 ha pubblicato la monografia Tempo fermo. Danza e performance alla prova dell’impossibile (Scalpendi) e, più di recente, con lo stesso editore, Tempo perso. Danza e coreografia dello stare fermi. È critico di danza per «Teatro e Critica». 

SEGRETERIA

Gilberto Spencer Giovanazzi

Fulgido e milanesissimo esempio di antica classe e delicata compostezza, evolve da sempre in perfetto equilibro tra moda e pubblicità, senza mai rinunziare al caratteristico piglio à la Groucho Marx. Fa colazione con un bicchiere d'acqua.

DIREZIONE ARTISTICA

Anna Molteni

Proveniente dall’altro ramo del manzoniano e amato lago, Anna è la raffinata risorsa che molti desidererebbero e che a ferrobedò è concesso gustare. 33% docente, 33% designer, 33% fotografa, 1% tutto il resto. Efficacia mitteleuropea condita da concretezza lombarda: il suo regno sono le cromie e gli spazi, le proporzioni e i caratteri. A lei dobbiamo la nostra veste.

VIDEOMAKER

Luciana Andreani

Ci ha provato con lo sport prima e con l’arte dopo, ma di stare su podi o ribalte non ne voleva sapere, e fu così che scelse l’occhio indiscreto della telecamera prima e del montaggio dopo. Nasce a Massa (MS) circa 50 anni fa, e non se ne rende ancora conto. Tuttavia, dopo aver studiato Lingue e Letterature straniere all’Università degli Studi di Firenze, decide di abbandonare il corso di laurea per gli studi di Scenografia, presso il Teatro Della Limonaia di Sesto Fiorentino, allora diretto dalla regista Barbara Nativi. Prosegue gli studi in Belle Arti a Carrara, Diplomandosi con una tesi Sui Mass Media e la Relazione fra Arte e Pubblicità, capitolando poi a Milano, in Brera, con una tesi specialistica sulla Videoarte ed i suoi rapporti con il videoteatro. Col massimo dei voti si rifugia a casa sua a montare format per la tv ed il web. Si sfoga nella vita reale passeggiando coi suoi cani e praticando arrampicata.